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Ludovico Ariosto
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Ludovico Ariosto
(1474–1533)
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A
Alcun non può saper da chi sia amato,
B
Ben furo aventurosi i cavallieri
C
Cerere, poi che da la madre Idea
Che dolce più, che più giocondo stato
Che non può far d’un cor ch’abbia suggetto
Chi mette il piè su l’amorosa pania,
Chi mi darà la voce e le parole
Chi salirà per me, madonna, in cielo
Chi va lontan da la sua patria, vede
Convien ch’ovunque sia, sempre cortese
Cortesi donne, che benigna udienza
Cortesi donne e grate al vostro amante,
Cortesi donne ebbe l’antiqua etade,
D
Donne, e voi che le donne avete in pregio,
F
Fra quanti amor, fra quante fede al mondo
Fu il vincer sempremai laudabil cosa,
G
Gravi pene in amor si provan molte,
I
Il giusto Dio, quando i peccati nostri
Ingiustissimo Amor, perché sì raro
L
L’affanno di Ruggier ben veramente
L’odor ch’è sparso in ben notrita e bella
Le donne antique hanno mirabil cose
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori
Lungo sarebbe, se i diversi casi
M
Magnanimo Signore, ogni vostro atto
Miser chi mal oprando si confida
Molti consigli de le donne sono
N
Né fune intorto crederò che stringa
Nei molti assalti e nei crudel conflitti,
O
O degli uomini inferma e instabil mente!
O esecrabile Avarizia, o ingorda
Oh famelice, inique e fiere arpie
Oh gran contrasto in giovenil pensiero,
Oh quante sono incantatrici, oh quanti
Or, se mi mostra la mia carta il vero,
Q
Qual duro freno o qual ferrigno nodo,
Quando vincer da l’impeto e da l’ira
Quanto più su l’instabil ruota vedi
Quantunque debil freno a mezzo il corso
Quantunque il simular sia le più volte
S
Se, come in acquistar qualch’altro dono
Soviemmi che cantar io vi dovea
Spesso in poveri alberghi e in picciol tetti,
Studisi ognun giovare altrui; che rade
T
Timagora, Parrasio, Polignoto,
Tutti gli altri animai che sono in terra,